È iniziato da poco l’ultimo mese di esposizione di Ecce Homo. Ecce Homo è una mostra che affronta il viaggio dell’esistenza umana attraverso le opere di alcuni dei più grandi scultori del Novecento e contemporanei. Una mostra imponente e fisicamente potente. È stata allestita mettendo in dialogo gli spazi recuperati appositamente della Mole e le opere selezionate dal curatore, Flavio Arensi, proprio per quegli spazi.
Si tratta di una grande mostra, probabilmente la più importante mostra collettiva di scultura presente in Italia. Alcune delle opere, si vedono davvero raramente. I Savi di Melotti non erano mai usciti da Milano; Apollo e Dafne di Cavaliere non era esposta da molti decenni. I Dormienti di Paladino troveranno difficilmente, dopo il 7 di maggio, un ambiente più adatto al loro sonno.
La mostra ha permesso ad Ancona di dire “ci sono!” al panorama nazionale dell’arte e della cultura. E ha valorizzato immensamente La Mole, innescandone il processo di crescita. È stata curata con competenza e con amore da Flavio Arensi, in sintonia con l’allestitore Andrea Mangialardo e con l’anima del Fondo Mole Domitilla Vallemani. Quello che la ha caratterizzata, e che si vede magari meno, è il grande rispetto nei confronti degli artisti, delle opere, dei prestatori. Un rispetto che deve caratterizzare il comportamento della Mole perché anche questo è un segno di trasformazione.
Ecce Homo è stato anche il centro di eventi e di attività, e lo è tuttora sino alla fine dell’esposizione, e lo rimarrà anche dopo essersene andata, perché ha reso la Mole un laboratorio permanente e questo non cambierà. Circa 80 eventi, tra presentazioni, visite guidate alla pari, workshop, laboratori, spettacoli hanno avvicinato il pubblico all’arte moderna e contemporanea, attraverso percorsi in alcuni casi innovativi e nuovi per l’Italia.
Ma manca ancora quasi un mese a domenica 7 maggio, quando si svolgerà l’evento di chiusura a partire dalle 18. Dopo quella data, la mostra non ci sarà più. Non sarà più possibile vederla in altre città, in altri spazi, in altri luoghi. Lascerà alla Mole alcune opere, ma la mostra scomparirà, rimanendo come memoria, catalogo, documentazione. Per questo, il mio invito di cuore è, a tutti i cittadini e a tutte le persone del territorio, ma non solo, di approfittare di questo mese. Tutto qui.