Qualche anno fa il comune di Ancona mise mano al contratto di quartiere, che prevedeva tra l’altro una serie di interventi strutturali e di opere pubbliche funzionali al miglioramento della qualità della vita di uno specifico spazio urbano. All’interno di questo contratto si trovavano alcuni interventi che oggi, a seguito di un’accelerazione che abbiamo voluto imprimere, sono ben visibili: l’asilo primavera “Isola di Elsinor”, il centro di via Ragusa, e il Teatrino dell’ex-crass, che abbiamo ribattezzato .

Il Teatrino è uno spazio polivalente, frutto di un lungo lavoro che poi, però, si è arenato al momento di una possibile apertura e che quindi una parte della città aspettava con una certa ansia. Per alcuni, diciamolo, era diventato un tormentone. Si trova all’interno dell’ex ospedale psichiatrico, uno dei luoghi più belli e suggestivi della città. Uno spazio che, certo, avrebbe bisogno di un recupero totale, ma che si può anche recuperare così, conquistando uno spazio alla volta e popolandolo di funzioni e persone, come ormai sta avvenendo in buona parte del vecchio continente, purché il popolamento non sia casuale.

Sì perché i tempi che viviamo ci stanno insegnando a vivere spazi incompleti, ristrutturati in parte, o che hanno accanto altri spazi che sono in attesa di recupero: un nuovo modo di vivere lo spazio urbano imposto dall’impossibilità della grande opera risolutiva di un’area immensa, ma anche ricco di possibilità e di stimoli. Viviamo infatti tempi in cui la fluidità delle attività creative e della stessa socializzazione inibiscono la vecchia scuola del disegno superiore, delle attribuzioni di funzioni dall’alto, del progetto onnicomprensivo e vincolante.

Questo non significa che non vi siano strategie, anzi: è quanto mai necessaria una riflessione, area per area, sulle funzioni, sui bisogni, sull’armonia dell’insieme, sulle possibilità di sviluppo modulare. Ma oltre a calce, mattoni, disegni, tavoli inclinati, si possiede uno strumento in più: le persone e le loro attività.

L’ho fatta un po’ lunga.

Quello che volevo dire soprattutto in questo post è che sabato 13 giugno, alle 18 e 30, si inaugura il Teatrino del Piano. Dopo un’attesa molto lunga, il Teatrino entra a far parte della vita di un quartiere e della città, non come spazio da riempire, ma con un indirizzo strategico preciso: il teatro di comunità. Quel teatro, cioè, che coinvolge una comunità e permette di migliorare le relazioni al suo interno, lavorando sulla multicultura, sullo scambio generazionale, sul rapporto con l’altro.

Il Teatrino del Piano apre garantendo un’infrastruttura, quella di Marche Teatro e nello specifico del Teatro del Canguro, grazie alla quale ci saranno apertura, gestione degli spazi, coordinamento delle attività, attività laboratoriali e di spettacolo, ospitalità a progetti delle varie realtà del territorio che si occupano o vogliono occuparsi di comunità, progetti che saranno esaminati assieme al comune di Ancona.

Il comune di Ancona lo apre garantendone il mantenimento, il che significa spendendo dei soldi per permettere ai progetti ospitati di utilizzarlo e viverlo, e farlo vivere, e crescere. Il comune fornisce cioè l’infrastruttura per i contenuti che i vari soggetti proporranno.

Sabato 13 presenteremo meglio il progetto, e anche da dove nasce, e ci saranno i bambini dei laboratori, e si starà assieme, come accadrà spesso in uno spazio che è destinato a un quartiere ricco di stimoli e di culture, che ha bisogno di luoghi in cui ci si incroci attorno a un desiderio comune.

Appuntamento alle 18 e 30, quindi, e alle 17 per i laboratori dei bambini.

 

Paassessore