Negli ultimi tempi ho trascurato gli aggiornamenti su questi canali. Una cosa inevitabile, perché la modalità di lavoro e le emergenze hanno dettato tempi diversi. Ma grazie a molte persone (uffici, collaboratori) qualcosa abbiamo fatto.
Iniziamo dall’emergenza. Molto si muove sul piano nazionale: proposte di legge sul lavoro culturale, che vengono visionate e discusse da più tavoli. Richieste delle città. Attivazione convinta del tavolo cultura di ANCI. Non c’è dubbio che, come sempre nella storia, questa terribile crisi sia al tempo stesso un potenziale acceleratore di riforme attese da tempo dal settore. A mio parere – e porto ai tavoli anche questa prospettiva – è possibile, anche, accelerare un cambio di postura della cultura, tornando a considerarla essenziale non solo di nome (tutti bravi) ma anche di fatto. Perché quando (e se) ci si potrà di nuovo abbracciare tra amici, l’immaginario e il conforto dato dalla cultura e dall’arte a questo gesto che ci vedrà spauriti e diffidenti sono fondamentali come una bombola di ossigeno.
Sempre sul piano dell’emergenza e su scala nazionale, è uscito da poco un bell’intervento del collega di Milano Filippo Del Corno, che noi 13 assessori (una banda ormai consolidata) stiamo sostenendo. Del Corno sostiene la necessità di concordare tra Stato, Enti locali e realtà culturali un vero e proprio calendario di riaperture dei luoghi e delle attività, ovviamente costantemente monitorato sul piano socio-sanitario e non necessariamente affrettato, ma sicuro. Questo calendario, supportato da un piano di comunicazione nazionale, confermerebbe il ruolo della cultura nel momento di riavvicinamento sociale progressivo. Credo che oggi porteremo la proposta ad ANCI.
Su scala locale, ma anche regionale e, chissà, nazionale, c’è poi ovviamente la candidatura di Ancona a capitale italiana della cultura. Il progetto della città è entrato nella short list dei dieci finalisti e il 14 e 15 gennaio si svolgeranno le audizioni per decretare la vincitrice. Ce la stiamo mettendo tutta, e con molte persone coinvolte. Tutto quello che serve per informarvi lo trovate sul sito di Ancona2022. Essere nella short list è già un grande risultato, questo è sicuro, e sta dando frutti a livello di relazione e visibilità nazionale. Ma noi ce la mettiamo tutta per arrivare alla fine nel migliore dei modi. Come ho avuto modo di dire, costruire la candidatura è stato, comunque, costruire il piano strategico della cultura del prossimo triennio.
La pandemia e i conseguenti decreti hanno complicato il lavoro. Ma questo è un effetto molto meno rilevante (è bene ricordarcelo sempre) delle morti, dei dolori, della perdita e del rischio sociale. I Comuni si trovano a svolgere spesso il lavoro di front-office di una cittadinanza in grande sofferenza. Inoltre, questa seconda ondata ha portato un carico nuovo (e diverso) di angoscia sia individuale sia collettiva. Nell’ambito di mia competenza, ci siamo mossi, nelle ultime settimane, su più fronti, e seguendo tre differenti traiettorie: la prima, è quella del sostegno, dove possibile (la burocrazia non aiuta), ad attività esistenti, con la rimodulazione di progetti, la frammentazione di contributi decisi e poi rimessi in gioco dalla pandemia, l’ospitalità di alcune azioni in streaming (ieri si è svolta la presentazione del libro di Letizia Battaglia dalla sede della mostra, con Letizia collegata dalla sua casa di Palermo; il 15 dicembre si svolgerà un concerto a chiusura di una residenza curata dagli Amici della Musica dei violisti Sanzò e Libonati, sempre dalla mostra di Letizia Battaglia, senza pubblico e in streaming, e così via); la seconda, è quella della riorganizzazione delle strutture portanti della cultura, che abbiamo avviato con i musei, al centro di una delibera di indirizzo della Giunta che prevede avvio di allestimento dei nuovi depositi, bando per curatela e gestione, lavoro di archivio e backoffice, interventi sulla collezione e sull’allestimento, ma anche collaborazione con Univpm per digitalizzazione etc. Una delibera simile a quella dei Musei per i servizi bibliotecari dei prossimi (circa) due anni è in fase di preparazione e stabilisce luoghi (sale lettura, servizi, biblioteca ragazzi, gruppi di lettura, consegna a domicilio etc.), criteri e programmi di un servizio diffuso e adeguato ai tempi, mentre partirà nel secondo semestre del 2021 il grande restauro del palazzo Mengoni Ferretti. Dal canto suo, il teatro di Ancona ha dimostrato che è capace produrre lavori adatti ai tempi, e che, anzi, proprio l’arte, il teatro e la danza riescono a rispondere in tempo reale alle tragedie della storia. La terza traiettoria riguarda una serie di azioni trasversali dedicate al territorio in ambito di turismo, di miglioramento dell’accoglienza e di preparazione alle varie eventualità, di cura ambientale e progetti sostenibili di cui ci stiamo occupando, in particolare nell’area del Conero. Bisogna essere pronti e guardare avanti al tempo stesso. Devo ringraziare tanti che stanno collaborando.
Domani ad Ancona inizieranno ad apparire proiezioni di un dipinto: la Pala Gozzi di Tiziano. Sono proiezioni su edifici sacri, create per celebrare i 500 anni del dipinto più famoso custodito nel Museo di Ancona. Si inizia da una Chiesa del centro, e poi su lungo il percorso che va verso il Duomo nei giorni successivi. Grazie alla collaborazione della STARK di Cagli, abbiamo deciso di far uscire il dipinto e offrirlo a tutta la città, dal momento. Al di là dell’effetto spettacolare, il messaggio è la relazione tra l’opera d’arte e la città, le persone, che ne sono custodi, proprietari ed eredi al tempo stesso. Ci servirà anche a ristabilire un senso del tempo diverso da quello che ci a volte ci schiaccia: 500 anni di un’opera dipinta sul legno, di cui in tanto si sono presi cura, e che ha attraversato momenti storici, devastazioni, guerre, bombardamenti, trasferimenti, terremoti, viaggi, di nuovo cure, depositi umidi, di nuovo cure. Sta lì, nel nostro Museo, ed esce a dire, lei a noi, che le manchiamo.
Ci sono molte altre cose cui si sta lavorando. E davvero devo ringraziare le tante e i tanti che riescono a contribuire, ognuno secondo le proprie forze, in un momento difficile, che richiede particolare concentrazione ed equilibrio tra la cura di sé e la cura della città, degli altri, del resto del mondo. C’è una grande passione, e noi, nel nostro piccolo, lavoriamo incessantemente affinché alla cultura si riconosca il ruolo cruciale che le spetta. Perché questo accada, la cultura deve dimostrarsi utile alle persone. Alla civiltà. E credo che il futuro dipenderà sempre di più da quanto sapremo essere civili.