E’ andata così. Quando Valeria ha vinto il premio di miglior sindaco del mondo, una serie di persone si sono interessate a lei. Tra queste, un bel team del Gruppo Mondadori, che ha proposto la scrittura di un libro da far uscire con Piemme. Ne abbiamo parlato con Valeria una mattina, in coda ad una giunta, e come previsto lei ha chiarito il punto che maggiormente le stava a cuore: “se si riesce a fare qualcosa” ha detto “che sia utile, allora va bene. Se invece si vuole solo un libro che parla di me, non mi interessa.” Messaggio chiaro, ben compreso dal team. Nessuna autobiografia, nessuna storia familiare, ma un testo breve, asciutto, concentrato, in cui Valeria avrebbe parlato del proprio orizzonte di senso, della propria passione e del proprio metodo. Ci siamo messi al lavoro.
Mi divertivo, finalmente, dopo tanto tempo, scrivevo. Ma non trovavo mai tempo. Anche perché Valeria in questo era molto chiara: ci riunivamo, prendevamo appunti, parlavamo, ma, come mi disse un giorno che eravamo assieme a Fabriano per un incontro di lavoro, “se devi occuparti dei teatri o dei musei, se devi stare dietro a cose più importanti, fallo. Ci sono delle priorità.” E per lei la priorità è sempre la città, non certo l’uscita di un libro.
Tuttavia, più andavamo avanti nei ritagli di tempo, grazie soprattutto all’aiuto di Ida, più ci sembrava una cosa interessante. L’idea di tradurre questi anni di esperienza in parola, in un periodo storico come il nostro, ci sembrava davvero utile, e non per presunzione, o perché ci stavamo arrogando il diritto di dire “come si fa”, ma, al contrario, perché ogni esperienza che, oggi, si riesce a tradurre in parola costituisce un tassello del complesso mosaico che è la politica del nuovo tempo. Un nuovo tempo difficile, ma il tempo, come i genitori, non si sceglie.
Alla fine, una serie di appunti e di spezzoni di libro dovevano essere ricomposti e benché quello fosse sostanzialmente il mio lavoro – quello del sarto di parole, in questo caso – non si trovava ancora il tempo sufficiente. La scadenza era una, e si avvicinava, così devo ringraziare Monica, che ha costruito con me una vacanza estiva su misura, in cui anziché passare del tempo assieme siamo stati in un bellissimo paesino di montagna, dove sono riuscito nello sprint finale isolandomi per buona parte del tempo. Ma è stato bello.
Con Valeria lavoro da 6 anni ormai. Ritengo sia una persona in grado di governare persino il nostro Paese, tanto è presente in lei l’amalgama perfetta tra passione, concretezza e valori. Ha una spiccata propensione per il reale e per il presente, e per gli altri. Questo non significa che concordiamo sempre su tutto, per fortuna. Se così fosse, uno di noi due mentirebbe, perché non accade mai a nessuno di concordare su tutto. Ma ho fornito il mio contributo alla realizzazione di questo libro perché Valeria è una bellissima persona, e un Sindaco straordinario, lucido e appassionato, forte e sensibile nei confronti dei più fragili, lungimirante ma capace di lavorare (come spesso accade, visto il nostro sistema-Paese) in emergenza.
Questo libro è un contributo sincero, nato perché oggi abbiamo tutti bisogno di capire come sia possibile costruire una forza democratica e progressista capace sia di tutelarci dall’emergere di mostruosità sia di rispondere a un presente che, in quanto presente, è sempre nuovo, così come nuovo sarà il futuro che genereremo.
Devo ringraziare, oltre naturalmente Valeria e tutti i colleghi, e i miei familiari che da quando ho iniziato questa cosa trascuro anche più di prima, e Ida Simonella per l’aiuto particolare che ci ha dato passo dopo passo, oltre questi, dicevo, Tita, Virgilia e Paolo del Gruppo Mondadori. Mi auguro che, al di là della coincidenza di pensiero con quello che abbiamo scritto, chi leggerà questo libro troverà qualcosa di utile per se stesso e per gli altri.