Qualche mese dopo il nostro arrivo abbiamo fatto una conferenza stampa nella quale ho presentato l’idea progettuale di questa amministrazione circa la Mole vanvitelliana. Con idea progettuale intendo appunto un’idea, non un progetto bello che fatto della Mole, con ogni casella occupata da una forma. Questa idea era semplice e si basava su due principi: partire da quello che abbiamo (alla Mole, ma anche nel territorio) e ambire al profilo internazionale che la Mole merita.

Quello che c’è alla Mole: anzitutto, il Museo Omero, uno dei quattro Musei finanziati direttamente dallo Stato, unico nel suo genere in Europa; una splendida Sala Congressi da utilizzare sempre meglio; una realtà di spettacoli estivi di livello molto alto che fanno della Mole, già oggi, un centro di attrazione nella bella stagione; alcuni progetti di formazione riconducibili all’ambito della nuova imprenditoria creativa. E, naturalmente, sale espositive di rara bellezza.

Su queste basi, convinti del fatto che un luogo di questa portata, per avere un posto nel gotha dei luoghi di cultura nazionali, debba raccontare al suo interno una storia, abbiamo sviluppato una trama che ripercorre la filiera del rapporto creativo tra l’uomo e la materia. Questo significa partire dalla scultura (arte plastica, installazione contemporanee, allestimenti etc.), passare per il design, il neo-artigianato, l’artigianato artistico e arrivare al tema del riciclo. Di fatto, è la ricostruzione di una filiera che permette attività espositive, attività laboratoriali per target molto diversi, anche attività commerciali da inventare nel quadro d’insieme di un grande contenitore di cultura, al fine di rendere il progetto sostenibile.

Sì, perché la sostenibilità è la grande assente, spesso, nella progettazione culturale del nostro Paese. Ma questo deve essere argomento di un post dedicato, è tema che non si esaurisce in una battuta, quindi torno all’idea progettuale.

Idea progettuale che, come ho scritto più sopra, non è un disegno pre-costituito, bensì necessità di una fase di costruzione teorica da parte della città, della collettività di Ancona che vorrà partecipare attraverso una serie di incontri dedicati che cercheremo di far partire da questa estate.

Ma idea che necessità di qualcosa di più, anche. Di uno spessore artistico e culturale unico, quindi di un “cuore” artistico capace di pulsare così forte da far voltare verso Ancona tutta la nazione. Anzitutto su questo abbiamo lavorato nell’ultimo anno, perché uno spessore come quello che stiamo cercando necessità di risorse economiche, oltre che umane. La ricerca di queste risorse ci ha impegnato e ci ha fatto lavorare sull’idea preliminare.

Ecco quindi che la Mole diventa un contenitore di cultura sempre e comunque, tutti i giorni a tutte le ore, e nel contempo la corte si fa una piazza vissuta, tra installazioni artistiche, studenti, momenti di relax e spettacoli nella stagione primaverile ed estiva. Ecco che una parte dell’edificio diventa una factory del neo-artigianato che coinvolge crafters e makers, mentre un’altra ci parla del design del Novecento e di quello contemporaneo, e un’altra ancora dell’artigianato artistico con un occhio particolare al valore assoluto del nostro territorio.

E’ stato definito un “progetto di sistema culturale” dove l’arte, tra installazioni permanenti e mostre temporanee, diventa inevitabile e si incrocia con attività legate tutte alla materia e alla creatività.

Già nell’estate del 2015 alcuni passi saranno compiuti: con un’organizzazione diversa nella gestione dei festival e degli spettacoli, la creazione di un’infrastruttura destinata a ottimizzare attività e fare fundraising, l’inizio di una serie di incontri dedicati al tema della Mole, che accompagnerà il mesi che attendono la presentazione del progetto artistico più rilevante.

Non attenderemo infatti la fine dei lavori dell’ala “Nervi”. La Mole è al centro del piano strategico cittadino ed è nostro dovere renderle merito. Con la Mole Ancona mette in piedi la sua più grande scommessa culturale, che è al tempo stesso storico-monumentale e contemporanea.