Ieri è uscito questo articolo su un quotidiano locale. L’articolo parla della prossima riapertura della Pinacoteca. Come molti sanno, non amo rispondere agli articoli. In questo caso però ritengo che la risposta debba essere data, ed è la seguente, che ho inviato attraverso l’ufficio stampa comunale al quotidiano. Vi invito a leggere l’articolo, e poi la mia risposta, incollata qui sotto. Nessun problema con le critiche, sia chiaro. Ma qui di altro si tratta.
Caro Direttore,
ho letto con attenzione la Frusta del 19 maggio a firma di Alfredo Quarta sulla riapertura della Pinacoteca e mi vedo costretto a replicare per rispetto dell’intera città di Ancona.
L’articolo testimonia un sostanziale disinteresse da parte di chi scrive nei confronti delle opere del nostro Museo e questo era immaginabile, dato che un simile, feroce e disinformato corsivo, non si era mai visto nel periodo di lunga chiusura della Pinacoteca, e scappa fuori ora che riapre.
Mi colpiscono però l’ignoranza e la disinformazione del pezzo. Ignoranza perché è chiaro che chi scrive ritiene che un Museo debba rimanere chiuso sino a che non è del tutto concluso, concetto fortunatamente non condiviso dalla maggior parte dei Musei del mondo che, interessati da lavori, appena possibile aprono i battenti per permettere la visita alle loro collezioni. Ignoranza perché si scrive che Tiziano e Lotto sono “consolazioni” da una scontentezza, quando dal giorno del mio insediamento accompagno in visita studiosi provenienti da diverse parti del mondo, venuti apposta per vederli, e quando la loro assenza è una ferita per tutto il mondo, mica per i residenti di una via. Disinformazione perché l’articolo parla di un ingresso in un sottoscala, quando proprio ieri ammiravamo con il rappresentante della Soprintendenza l’entrata di vicolo Foschi, in un palazzo che mostra subito meravigliose vestigia longobarde e medievali, a due passi da Santa Maria della Piazza e del Porto Antico. Disinformazione perché l’articolo parla di lavori “in alto mare”, dove il piano dell’allestimento è realizzato da tempo, il percorso è segnato, le cose vanno avanti in maniera consequenziale. Disinformazione perché l’articolo sostiene che saranno visibili solo i capolavori, cosa assolutamente falsa.
Caro Direttore, in quasi tre anni di amministrazione ho preso atto di una cosa, e cioè che non è vero che questa è una città di brontoloni: attorno ad azioni come la riapertura della Pinacoteca, o il progetto Mole, c’è un grande e palpabile entusiasmo, c’è collaborazione, c’è voglia di partecipare in qualche modo. I brontoloni sono pochi, e lo fanno per mestiere, o per posizione, solo che a volte gli fa comodo dire che quello è “il carattere di tutta la città”, perché questo gli permette una copertura in caso di disfatte. Beh, anche a queste persone mi sento di dire siate felici per una volta: la città ha ritrovato opere che, nel vostro quasi totale silenzio, non erano più ammirabili. Fate attenzione a sentenziare su una cosa così bella, perché la città potrebbe stufarsi del mugugno permanente che le riservate. Se non vi interessa nulla del Crivelli, del Tiziano, del Lotto, del Cagli, dell’Olivuccio, del Guercino, del Cucchi, del Sebastiano Del Piombo e di tutti gli altri che tornano alla luce grazie al preciso impegno del nostro Sindaco nel recuperare i fondi necessari (non c’erano, prima del nostro arrivo, questi fondi, lo sapete), non datelo così a vedere, perché la città ci tiene, ai suoi dipinti. La città se li merita. Non capirlo, questa sì che è un’occasione persa.