Sta accadendo qualcosa di nuovo da un po’ di tempo. Un numero significativo di persone giovani che si occupano di arte e cultura, spettacolo e altro, sta tornando in città. Alcuni fanno avanti e indietro dalla grande città. Altri decidono di tornare proprio. Sono spesso artisti di livello, con relazioni importanti, giovani con esperienze comunque qualificanti. Le ragioni del ritorno sono tante. Ci mettiamo l’effetto della pandemia, e ci mettiamo anche la saturazione dei grandi centri metropolitani, che spinge a scegliere la provincia per sperimentare in santa pace e avere magari anche un riscontro. Ci mettiamo, poi, un’attitudine all’accoglienza di progetti culturali che abbiamo costruito negli anni, come testimoniano le mille cose che sono nate e arrivate qui da tutt’Italia. Insomma, una serie di fattori, cui si aggiunge l’appeal di un nuovo ruolo della Mole. Ma non è questo che voglio dire.
Voglio dire che ci troviamo di fronte a una grande opportunità. Talenti, persone piene di voglia, giovani e molto giovani, con una rete di relazioni internazionali, con idee e voglia, a cui va data accoglienza perché sono il seme che farà germogliare la cultura del futuro. Questo ho detto alla mia amica Ida Simonella, che si candida a sindaca della città: “Ida!” ho detto “guarda che qui succede qualcosa di assolutamente nuovo. Tornano! E vengono a proporsi, e progettano, e vogliono fare cose assieme, tra loro e con l’ente. A questo va data una risposta. Ricordatelo!”
E per fortuna Ida mi ha risposto. Mi ha detto: “abbiamo bisogno di spazi per loro, dove il fermento possa crescere non troppo imbrigliato. Prendiamo locali dismessi, sistemiamoli con i nostri soldi, aiutiamoli a pianificarne la gestione e stiamo a vedere cosa accade, rimanendo sempre vicini.” E anche “facciamo dei bandi specifici, con soldi per questi soggetti, e mettiamo in piedi un team per aiutarli a partecipare ad altri bandi.”
Ora, non c’è bisogno di scomodare Pippo Franco (sic!) per ammettere che in Italia c’è un problema generazionale (e non solo generazionale, è evidente) che riguarda la cultura (ne parlavo tempo fa con Giulia Cavaliere, non proprio l’ultima arrivata, che ne fa giustamente una battaglia), quindi sono stato proprio felice di sentire Ida, che è senza dubbio la migliore candidata a sindaco che abbiamo in città, così in linea con questa esigenza.
Nel mio piccolo, in questi anni ho cercato di non deludere le aspettative di persone come quelle di cui sto parlando. Non sempre ci sono riuscito, proprio perché di fronte a un fenomeno come questo va strutturato un sistema vero e proprio di accoglienza delle artiste e degli artisti. In parte, si sta facendo. Ma questa è una delle sfide dei prossimo futuro in una città che deve essere porto di cultura, oltre che di merci e passeggeri. Una bellissima sfida.
All’ultima riunione GAI – Giovani artisti italiani si è parlato anche di questo: come sostenere la professionalizzazione delle persone giovani che fanno arte. Esistono progetti guida ormai rodati (Emilia-Romagna, ma va!), e esistono realtà come Ancona, che ora è finalmente pronta a questo salto. Daje!
Per questo post, scelgo di usare un bellissimo lavoro di Caterina Murri – grazie alla famiglia e a quanti ne hanno messo in piedi la mostra.