Leggo un lungo post, poi apparso sulla stampa in forma ridotta, della consigliera comunale Maria Ausilia Gambacorta che, tirandomi direttamente in causa, credo chiami anche una risposta. I temi sono profondi, e complessi, né mi sono stati posti nelle recenti occasioni di incontro istituzionale, quindi rispondo sinteticamente, rimanendo a disposizione di tutti per approfondimenti sulle singole risposte che fornisco. In corsivo, il testo di Maria Ausilia, che saluto caramente; non in corsivo, ovviamente, il mio.

Leggo sulla stampa locale che “ Ancona risponde sempre in maniera particolare alle mostre d’arte e le aspettative sono sempre tradite.”…

In realtà, Ancona risponde in maniera particolare alla maggior parte delle iniziative, come sanno i promoter di concerti, oltre agli organizzatori di mostre, ma anche le società sportive (è anche l’unica città su cui Ikea ha sbagliato le previsioni, mi dicono). E’ evidente che va costruita una strategia su questo, ne ho parlato spesso.

…lo sa bene l’assessore alla cultura Paolo Marasca ….. che si aspettava oltre diecimila visitatori per rientrare del contributo messo in campo dal Comune di Ancona per ospitale un quadro soltanto del Caravaggio e che invece, a conti fatti , ha visto solo n. 4.735 presenze paganti. 

In realtà, non ho mai detto da nessuna parte di aspettarmi 10.000 visitatori, anzi in alcune riunioni ho pensato a circa 6/7.000 paganti. Ho invece detto, in commissione di consiglio (cui partecipa la consigliera Gambacorta) quando mi è stato chiesta una previsione, che Civita investiva su 10.000 paganti, prendendolo come un dato di fatto. Caravaggio è stato visitato da 6.700 persone, di cui 2.000 studenti delle scuole che abbiamo deciso di far partecipare gratuitamente.

 E’ stata un’occasione persa … ancora un’altra. 

Non sono assolutamente d’accordo. E’ stata un’occasione più che vinta, e lo espongo qui, ma se non si ha voglia di leggere, diciamo che è stata vinta per le stesse ragioni difese da Maria Ausilia Gambacorta in questo testo, cioè perché rientra in un piano strategico culturale.

 I cittadini hanno sostenuto economicamente con euro 104.166 ( contributo di 100.000 + la ritenuta del 4{d20d2c8ce21e545a6e528f0e95b9f38faa0d195e64e3e13c5a18f7fec205b852} dovuta per legge ) questa opportunità …. ma è andata sprecata . 

Non è vero. Al Comune la mostra è costata 80.000 euro, e non 104.000. Si tratta di una cifra che era all’interno del capitolo dedicato alla Pinacoteca nel Bilancio Comunale 2016, votato dal consiglio comunale. Nessuna spesa straordinaria, nessun soldo tolto a chissà cosa. L’occasione è stata tutt’altro che sprecata, così come, lo ho già detto, non sono sprecati i soldi spesi per le piste ciclabili, anche se attualmente in bicicletta ad Ancona va qualche centinaio di persone.

Sarebbe necessario chiedersi il perché ed approfondire le cause di così tanto disinteresse al fine di migliorare le prossime “performance”. Io credo che questo disinteresse dipenda dalla mancanza di occasioni culturali a cui siamo stati abituati in questi anni. Altra causa non può esserci. 

In realtà le cause sembrano essere diverse, e piuttosto articolate. Ne cito tre: la prima è quella, citata anche dalla consigliera, della disabitudine; la seconda è una storia secolare, la storia di una città ci racconta molto, fornendoci spesso anche alcune soluzioni, dato che le città cambiano, specie quando le epoche cambiano (questa è lunga, la accenno solamente); la terza è nella caratteristica tipica della provincia italiana, spesso autoreferenziale a tal punto che si gioca al ribasso, per mantenere ognuno le sue rendite di posizione.

 Spero che l’assessore faccia quest’analisi.

Se con “questa analisi” si intende la medesima fatta dalla consigliera, no, ne faccio una più accurata, dato il lavoro che svolgo, è il mio dovere, e lo faccio dialogando con la maggior parte degli attori del territorio, ovviamente.

Ieri in commissione bilancio è stato concesso gratuitamente lo spazio espositivo della Mole Vanvitelliana alla mostra di Steve McCurry organizzata dalla Civita mostre srl , che essendo qui per il Caravaggio, ha potuto notare la bellezza della Mole e giustappunto pensato ai propri interessi diciamo “espositivi.” 

Questo è un film reso pubblico senza nemmeno verificare se fosse verosimile. In realtà i responsabili di Civita Mostre conoscono benissimo e da tanti anni Ancona e La Mole, in particolare la responsabile delle mostre di Civita è di Ancona (ah, no, non la conoscevo prima) e l’amministratore delegato ha gestito una libreria a lungo in questa città (lui sì, lo conoscevo, ma non me lo ricordavo, ho impiegato mesi a capire che era il proprietario della Franco Maria Ricci davanti casa dei miei, di quella libreria che mi innamorava da bambino). In realtà, Civita conosceva benissimo La Mole, così come la Pinacoteca, e si è proposta con una serie di iniziative perché ha notato (ma va!) che ad Ancona si sta percorrendo un processo strategico attorno alla cultura, senza tagli, con interventi che hanno un senso, e con progetti di valorizzazione dei grandi contenitori istituzionali. Quindi, si è fatta avanti.

Non starò qui a dire che quello spazio ad un espositore pagante sarebbe costato circa 8.500 euro al mese +iva , no questa volta non voglio fare la Ragionierina! 

“Non starò qui a dire” è una preterizione: uno dice “non voglio dire che” solo per poi dire con più forza quello che vuole assolutamente dire. Un modo elegante, anche, che permette in qualche modo di dichiararsi diversi da quel che si è a chi ci sta ascoltando. In ogni caso, di solito le sale espositive in questione sono concesse in questo modo, difficile che chi organizza una mostra così importante scelga Ancona e paghi l’affitto: almeno le stanze, te le chiede. Poi, puoi sempre decidere di non dargliele, e arrivederci. Scelte.

 Mi auguro che questa iniziativa venga partecipata dalla cittadinanza e che attiri molti visitatori perché comunque è una occasione culturale. 

Anche io, anche se non capisco il “comunque”

Ma una cosa voglio dirla . Se io fossi assessore alla Cultura immaginerei un percorso diverso per Ancona. Se io fossi assessore alla Cultura inizierei ad immaginare una identità culturale specifica su cui lavorare con costanza. Proporrei la mia città con continuità legandola ad un evento che la caratterizzi e la ribalti a livello nazionale come città collegata a quella situazione cultuale specifica e “attraentissima”, tanto da essere una occasione imperdibile. 

In realtà è quello che stiamo facendo con il progetto “La materia dell’uomo”, esposto anche in Consiglio Comunale. Infatti, noi più che creare un evento possiamo contare su uno straordinario monumento, che investito da una strategia coerente, duratura, sensata, condivisa, fa la differenza. Per questo abbiamo ottenuto un bel finanziamento esterno (niente soldi dei cittadini!), e per questo arrivano proposte: perché c’è un progetto. Chiaramente, Ancona è anche molte altre cose, dunque non ha bisogno di “un evento che la caratterizzi” singolo. Ancona ha uno dei 19 teatri di rilevante interesse culturale d’Italia, ad esempio, che muove decine e decine di migliaia di persone.

 Mi viene in mente il festival internazionale del fumetto a Lucca, ed ancora il festival culturale internazionale dedicato alla fotografia europea organizzato dal 2006 nel comune di Reggio Emilia , oppure al festival internazionale della fotografia” Cortona On The Move “. Eventi che si ripetono e si migliorano nel tempo .Comuni simili o anche più piccoli di Ancona, sono riusciti nel tempo a creare un attesa nell’immaginario collettivo di una occasione culturale da segnare in agenda. Come avrà mai fatto l’amministrazione di Reggio Emilia dal 2006 ad oggi, a proporsi come città che utilizza la fotografia come strumento per far riflettere sulla complessità della contemporaneità ? Di certo si è avvalsa del supporto di diversi patner pubblici e privati che hanno saputo far partecipare tutti i luoghi della città ( formali ed informali ) dove oltre al nucleo centrale della mostra leader, ci sono occasioni anche per i giovani professionisti ancora sconosciuti. Ed ancora l’ evento di Cortona è famoso anche perché ha saputo proporre con regolarità le eccellenze del panorama fotografico mondiale in un contesto bellissimo riutilizzando come location anche gli spazi abbandonati della città creando grandi suggestioni e riuscendo ad emozionare il visitatore.

Conosciamo gli esempi, specie Reggio Emilia con cui siamo partner nel Gai (Giovani Artisti Italiani) e che qualche mese fa era proprio alla Mole per costruire un sistema nazionale in cui ogni città avesse una sua caratteristica precisa, attraverso esposizioni e residenze, sistema proposto da Ancona. Appunto quel che dicevo sopra. Sottolineo una cosa importante, su cui torno tra poco: “anche Comuni più piccoli”. E’ vero, infatti, nella maggior parte dei casi, i Comuni che fondano la propria identità culturale su un singolo evento, sono Comuni di dimensioni più ridotte, con meno infrastrutture culturali.

 Io ho partecipato ad entrambi gli eventi ed ho costatato che la cittadinanza ed il visitatore sono coinvolti in un ricco programma di eventi, conferenze, proiezioni, workshop, letture portfolio, spettacoli. Occasioni che poi si traducono in occasioni economiche ed anche in opportunità di lavoro e quindi in ricchezza nel suo più ampio significato.  Mi sono chiesta sempre perché la mia città “No “ ?

In realtà la sua città “sì”. In commissione consiliare, alla sua presenza, ho detto che la mostra di McCurry sarebbe stata incorniciata da attività del territorio sui temi legati alla mostra. Naturalmente, si tratta di una mostra di fotografia. Il progetto “materia dell’uomo” è legato al filone della materia, quindi scultura/neo-artigianato/artigianato/riciclo, ed è il filo conduttore della Mole, ma ciò (per fortuna) non significa che non si svolgeranno mostre di fotografia… significa che le arti si collegheranno sempre, e ovviamente (come ho detto davanti ai consiglieri comunale della commissione) che una serie di attività del territorio verranno coinvolte. Occasioni di accrescimento, culturali, e di lavoro (alla mostra lavoreranno persone del territorio, non alieni).

Se invece di andare dietro a chi cerca location straordinarie quale è la Mole Vanvitelliana di Ancona per organizzare mostre a pagamento ( Civita Mostre srl ) ……io inizierei a pensare in modo diverso, più strategico.

Francamente, pensare a un singolo evento caratterizzante anziché alla crescita di un sistema complesso che include Musei (di cui uno dei più importanti delle Marche), Monumenti (di cui uno con meravigliosi spazi espositivi), l’unico Teatro di produzione delle Marche e uno dei 19 di rilevante interesse culturale d’Italia (in attivo da 3 anni), Mostre (quelle importanti sono curate da importanti operatori), Terreno semi-giovanile straordinariamente fertile (sul tema del neo-artigianato alla Mole abbiamo vinto un bando Anci di 80.000 euro), Siti archeologici (inclusi nel progetto ITi vinto per circa 8 milioni di euro), più che strategico mi pare semplificativo.

 Invece di attendere la domanda per svolgere gratis nel piano nobile della Mole Vanvitelliana una mostra, avrei concordato con l’ A D della Civita Mostre srl ( o chi per lui) una strategia che possa pianificare lo sviluppo culturale di Ancona…o no ?

Sì, certo. Infatti la abbiamo. Dopo averne parlato anche con l’A.D. di Civita Mostre.  E moltissime cose sono state cambiate. Ne cito alcune: abbiamo accolto dagli organizzatori di festival e di eventi particolari progetti più duraturi nel tempo, per liberarli dall’ansia di vivere anno per anno nell’incertezza dei contributi; abbiamo iniziato un percorso sul neo-artigianato e sul rapporto impresa-arte che in pochi anni ha portato a vincere un bando che ne permetterà l’evoluzione; abbiamo presentato un progetto alla Fondazione Cariverona non per una mostra, ma per un un “sistema culturale” presso La Mole, che è in fase di startup e che quindi gode anche di eventi come quello di McCurry, e che coinvolge decine di giovani del territorio attivi nel campo della cultura e della comunicazione, mettendoli al lavoro (pagati), utilizzando anche la loro grande passione; siamo una delle pochissime città italiane che sperimentano modalità di avvicinamento all’arte come le visite alla pari e ha avviato un sistema di Long Life Learning su questo; abbiamo messo in piedi un sistema di ricerca di sponsor che permette di finanziare i festival della città “vendendoli” tutti assieme… Ora, l’elenco delle cose fatte non serve, ovviamente. O comunque non serve qui. Mi auguro però che arrivi da chi immagina uno sviluppo culturale diverso una proposta alternativa (o più proposte alternative), mentre sono convinto che con un piccolo esercizio di onestà intellettuale è possibile vedere  che quello che si fa è proprio una pianificazione di sviluppo (che poi non la si condivida, ci mancherebbe altro, ben venga). Infatti, Caravaggio, Ecce Homo, McCurry, ma anche le attività spettacoli del nostro Teatro, e i Musei, arrivano non nel primo anno di amministrazione, ma oggi, che si è seminato con pazienza, tra mille critiche.