Faccio i miei complimenti agli organizzatori della bellissima passeggiata lungo la via maestra, ai musicisti che si sono esibiti, ai relatori, ai cittadini che hanno contribuito alla giornata. Chi ha partecipato ha voluto manifestare un affetto nei confronti della propria città. Ha anche voluto soddisfare la curiosità, e in qualche modo è entrato in contatto con i luoghi, i portoni, le pietre, i suoni, i balconi. Ero impegnato anche altrove e quindi ho fatto un po’ la spola, ma mi sembra si sia svolto tutto magnificamente.

Non ho la patente, quindi cammino sempre, e da quando sono amministratore mi guardo attorno in continuazione (in effetti lo facevo anche prima, ma con occhio comunque diverso). Ho abitato in piazza del papa, in via Matas, in via del Faro e ora vengo a piedi dal quartiere del Piano. Vedo cose belle e cose meno belle, penso mille volte “qui si potrebbe” e “qui si dovrebbe”, ascolto, chiedo, poi mi adopero, telefono, scrivo, organizzo, ed è bellissimo vedere, come è accaduto domenica, la città sensibile al terreno che calpesta, attenta a guardare in alto verso un tetto, consapevole della propria bellezza. Aggiunge motivazione a motivazioni già fortissime.

Non voglio essere retorico, quindi scrivo di fatti. Il recupero dell’area del Guasco, storicamente divenuto “periferia storica” per vicende che si conoscono bene, parte da iniziative dell’amministrazione, che devono corrispondere ad un quadro strategico, e da iniziative di chi ci vive, ci lavora, ci passeggia. Il sentire è comune, e deve esserlo anche l’agire: chi amministra deve risolvere certe questioni, chi vive il quartiere a vario titolo deve arrivare a colmare certi vuoti. In questi casi soprattutto non c’è un “noi” e un “voi”.

Quello che mettiamo in campo in quest’area è molto, e non posso ammorbare con l’elenco dei temi, ma li percorro a volo d’uccello perché sono convinto che anche così si percepisca il divenire di un quartiere (a salire da piazza del papa): il progetto ITI presentato alla Regione, tutto giocato sul riallacciare l’area del porto al centro storico cittadino attraverso cultura, archeologia, tecnologia; naturalmente la riapertura della Pinacoteca; l’apertura e l’abitudine progressiva all’ascensore di palazzo degli anziani; la famosa questione “bidoni della spazzatura”, per la quale stiamo attendendo, dopo un lavoro lungo richiestoci dalla soprintendenza, l’ok proprio della soprintendenza per procedere alla realizzazione dei pannelli che devono coprirli; la liberazione dalle auto di piazza Stracca, ottenuta attraverso la messa a disposizione per i residenti del parcheggio della soprintendenza archeologica: anche in questo caso, il progetto è stato già realizzato, la soprintendenza archeologica ha dato il benestare e stiamo attendendo l’ok del segretariato regionale; il finanziamento ottenuto dal Soprintendente Pagano per i percorsi archeologici, e il lavoro che vi si sta facendo; il progetto “Oculus” del sistema museale provinciale, che vede proprio Ciriaco Pizzecolli guida virtuale al centro della città, ideato due anni fa circa e finanziato dalla Fondazione Cariverona; la connessione tra i musei cittadini, concordata poco tempo fa con il Direttore del Polo Regionale Peter Aufreiter e che, ora, sono convinto, sarà in discesa grazie alla competenza e alla passione di chi gestisce il Museo Archeologico e il Museo Diocesano; una coincidenza di intenti con la Soprintendenza per alcuni luoghi cardine del centro storico, e la disponibilità reciproca al dialogo.

Nel frattempo, sale la voce dei cittadini che si accorgono del mare, della via maestra della città, dell’importanza di avere un percorso, una narrazione di se stessi. Ecco quindi le proposte che riceviamo proprio da chi ama questi luoghi, proposte che cerchiamo, come avvenuto in altri luoghi e con altre persone, di trasformare in accordi, convenzioni, per una manutenzione condivisa e partecipata, una liberazione da certi legacci amministrativi e burocratici che siamo noi per primi a ritenere insopportabili. Sono sincero: ne abbiamo fatte molte di queste grandi, piccole cose in giro per la città, affrontando con testardaggine e tenacia certi eccessi della burocrazia e una drammatica carenza di risorse che ci costringe a pensare subito ai più deboli, prima che ad ogni altra cosa. Ne abbiamo fatte molte anche perché molti sono stati i cittadini testardi come noi, e quando ci siamo messi assieme, a spingere nella stessa direzione, le cose sono arrivate. Quindi, ora tocca anche alla via maestra, da un lato attraverso una visione a 360 gradi che deve avere un’amministrazione che abbia lo sguardo lungo, e dall’altro attraverso una ridda di interventi declinati con la grazia, la delicatezza, la bellezza che meritano i nostri luoghi.

Dobbiamo lavorare assieme a questi oggetti della nostra vita quotidiana, perché le città diventano sempre più belle con l’amore di tutti i giorni, anche, e per questo non basta una buona amministrazione, l’amore si percepisce e si diffonde da ogni cittadino. Un sorriso e una spiegazione data ad un turista fa il paio con una nuova segnaletica da progettare; un vaso di fiori di un negoziante con un bando per giovani scultori destinato al centro storico.

Complimenti per l’iniziativa a chi l’ha messa in piedi, e andiamo avanti tutta, siamo sulla stessa via maestra, in questo caso, comunque la pensiamo.